SOSTEGNO ALLA MATERNITA’
Supporto psicologico in gravidanza e alla neo-genitorialita’
Gravidanza e maternità si caratterizzano come un periodo di grandi cambiamenti, non solo per la donna ma per la coppia che si trova improvvisamente ad affrontare molteplici emozioni e vissuti psicologici da sempre tipici di un evento quale la nascita di un bambino.
– “Sto per diventare madre, che gioia ma che fatica!”
– “Dovrà essere presente, non come mio padre”
– “Sarò una buona madre?”
– “Non penserà che starò a casa da lavoro!”
– “Potrò riprendere il mio lavoro e la mia vita anche quando nascerà mio figlio?”
– “Ed il sesso? Come sarà la nostra intimità”
Questa serie di sconvolgimenti emotivi si risolvono il più delle volte spontaneamente, del resto questo è un processo che accompagna la donna/coppia da secoli, tuttavia a volte qualcosa interviene rendendo il processo piuttosto problematico.
Le neo-mamme si trovano a dover ridefinire la propria femminilità, rivivendo un delicato processo di separazione-individuazione sia con la propria figura materna sia con la propria prole: sono allo stesso tempo figlie delle loro madri e madri dei loro figli. La situazione, già di per sé delicata, può diventare ancora più complessa qualora vi sia la presenza di un qualche fattore esterno, ad esempio:
– la gravidanza può arrivare troppo presto e il bambino pertanto potrebbe essere vissuto come una costrizione;
– il bambino viene cercato a lungo e finalmente, quando arriva, viene caricato di numerose aspettative;
– il partner potrebbe non essere stabile o la gravidanza non voluta;
oppure interno:
– può sopraggiungere una forte sensazione di fragilità, come se la gravidanza fosse al pari di una malattia;
– ci possono essere delle difficoltà nell’accettare i cambiamenti del proprio corpo;
– possono sopraggiungere una serie di paure in merito al proprio senso di inadeguatezza.
Risulta chiaro che una diversa combinazione di questi fattori (ma non solo questi) possa finire col determinare il modo nel quale la coppia affronti la gravidanza. Non bisogna infatti dimenticare che la donna in questo delicato processo non è da sola e che il suo compagno può spesso fungere da ago della bilancia sia in positivo che in negativo. Del resto, anche quando la gravidanza è desiderata e positivamente rappresentata nella propria mente si possono comunque presentare un alternanza di emozioni discordanti (positive e negative) che devono in un qualche modo essere gestite.
In questa delicata fase a cambiare non sono solo le persone ma le relazioni. Il rapporto di coppia deve necessariamente trasformarsi e il padre potrebbe esperire vissuti di esclusione diventando geloso di un rapporto che, almeno all’inizio, è esclusivo appannaggio della donna e del suo bambino. Il ritmo della coppia viene sconvolto dal ciclo sonno-veglia del bambino e lo stesso può dirsi della sessualità. L’intero nucleo famigliare si trova di fatto costretto a ri-costituirsi, formando nuovi equilibri che spesso richiedono un certo grado di flessibilità. In una sola parola potremmo parlare di un possibile periodo di crisi, in cui aspettativa e realtà si scontrano nel tentativo di generare dalla coppia una famiglia.
Molti genitori vivono l’arrivo di un bambino con molta serenità, tuttavia per coloro che invece affrontano un periodo di crisi dovuto all’arrivo di un figlio c’è un aiuto possibile, in particolare quando la crisi si esprime in uno o più dei seguenti modi:
- Matenity o Baby Blues: rappresenta il disturbo emotivo più comune e, allo stesso tempo, più lieve e transitorio, che ricorre molto spesso nella prima settimana dopo il parto. È stata rilevata una prevalenza variabile dal 50 all’85% e questa non sembra differire tra le culture. Questo disturbo è caratterizzato dal seguente quadro sintomatologico: tendenza al pianto, irritabilità, labilità dell’umore, disturbi del sonno, tristezza. Questo disturbo è considerato come una conseguenza fisiologica del parto e il più delle volte si risolve spontaneamente.
- Depressione post-partum: i sintomi più frequenti sono: tristezza, sentimenti di colpa o di autosvalutazione eccessivi o inappropriati, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno e dell’appetito, astenia. In molti casi, i sintomi d’ansia possono associarsi a sintomi depressivi. L’esordio della depressione è previsto entro i primi 3 mesi dal parto. E’ un disturbo che difficilmente si risolve spontaneamente se non adeguatamente trattato
- Psicosi puerperale: la psicosi puerperale è il disturbo psichiatrico più grave e raro. I sintomi caratteristici sono: deliri, allucinazioni, brusche oscillazioni dell’umore, disturbi del comportamento. La madre manifesta un rifiuto totale del piccolo e per la maggior parte del giorno appare triste ed apatica, tanto da non dedicarsi neanche alla cura di sé. Questo disturbo ha delle conseguenze sia a breve che a lungo termine non solo sul bambino ma anche sulla relazione di attaccamento tra madre e figlio. Da questo, si comprende, quanto sia fondamentale una precoce individuazione dei sintomi per evitare che il disturbo si aggravi e per poter intervenire tempestivamente.
I professionisti de “il Mandorlo” sono formati per affrontare tali difficoltà e per accogliere bisogni legati a questa tematica, pertanto rimangono a disposizione per eventuali necessità di approfondimento.
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